Il continuo classico e il discreto quantistico
Per riassumere le differenze tra la teoria classica e quella quantistica si può
ricorrere al confronto fra le grandezze che in ognuna delle due teorie si considerano,
cioè quelle continue, nella teoria classica, e quelle discrete in quella quantistica.
Si definisce continua una grandezza che non può essere espressa da un numero
intero, ma solo da un numero reale. Per esempio è una grandezza continua la distanza fra
due punti, infatti tra due punti presi indefinitamente vicini, ci sono sempre infiniti
punti e non si può definire un "livello minimo" sotto il quale questa legge
perda significato.
Una grandezza discreta invece può essere esperta per mezzo di un numero intero
naturale positivo o negativo, come ad esempio il numero degli abitanti di una città che
in un giorno nascono o muoiono.
Secondo la fisica classica alcune grandezze come ad esempio lemissione e
lassorbimento di radiazioni da parte della materia appartenevano al gruppo di quelle
continue, mentre, secondo le nuove teorie di Plank e compagni queste grandezze sono
caratterizzate da salti a determinati valori, ossia i multipli del quanto elementare di
energia; quindi si può dire che con le nuove teorie si è passati da un mondo
interpretato solo in modo continuo ad uno interpretato anche in modo discreto.
Secondo la formula di Plank, infatti, il quanto elementare di energia corrisponde a una
costante h con valore 6,626 x 10-34 Js.