William Shakespeare

 


William Shakespeare nasce a Stratford-upon-Avon, probabilmente nell'aprile 1564. Dopo gli studi, lavora per un certo periodo con il padre. Nel 1582 sposa Anne Hathaway, più vecchia di lui di nove anni. Nei tre anni che seguono, la coppia ha tre figli. Non si conoscono le ragioni per le quali Shakespeare, nel 1585, abbandona in modo precipitoso la città natale, ma sembra che volesse evitare una multa o una condanna alla detenzione per bracconaggio. È comunque certo che nel 1586 si trova a Londra, dove si guadagna da vivere facendo la guardia ai cavalli fuori da teatro. Presta servizio sotto le armi, diventa quindi attore e poi vice direttore di teatro. La prima testimonianza attendibile del fatto che Shakespeare fosse un attore apprezzato è un documento del 1592. All'epoca ha già scritto due drammi storici, Enrico IV e Riccardo III, rappresentati anonimi. Il suo nome appare per la prima volta in calce a due opere poetiche: Venere e Adone (1593) e Lucrezia violata (1594). In questo periodo Shakespeare compie probabilmente un viaggio in Italia. A partire dal 1598 molti documenti attendibili attestano i suoi successi letterari, mentre la sua fama di attore e drammaturgo gli garantisce nei vent'anni successivi una fortuna considerevole. Ben presto diventa comproprietario del Teatro del Globe, fondato nel 1599, la cui fama si consolida presto. Nel 1609 la sua compagnia teatrale si stabilisce al Blackfriars Playhouse. La regina Elisabetta e il suo successore Giacomo I sono entrambi ben disposti nei confronti della compagnia, che sostengono anche finanziariamente. Shakespeare si ritira dalla vita pubblica nel 1609 e si stabilisce in una casa di Stratford dove muore a cinquantadue anni, il 23 aprile 1616. 

Tra le sue opere teatrali: La commedia degli equivoci, La bisbetica domata, l'Enrico IV e il Riccardo V, - che fanno parte della grande serie delle celebrazioni della storia inglese - Pene d'amor perdute, Romeo e Giulietta e Sogno di una notte di mezza estate.
Con il Re Lear si fa strada il tema degli affetti familiari, e dell'importanza dei valore costituiti; Macbeth è il ritorno a una violenza primordiale; in Amleto trova voce l'incertezza di un destino che non sa risolversi.
Nell'ultimo periodo, quasi avesse riconquistato certezze ed equilibrio nuovi, Shakespeare scrive commedie dove i contrasti si armonizzano e si placano, il dolore viene riparato dal perdono, una dolcezza serena e stanca conclude le vicende. Questo atteggiamento, che per di più traspare soltanto in alcune scene, permea, totalmente l'ultimo capolavoro del poeta: La Tempesta.

Biografia tratta dal sito Piccoloteatro.org

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