LA CONCEZIONE DELL’UNIVERSO NEI PITAGORICI

L'astronomia dei pitagorici contrassegnò un progresso importante nel pensiero scientifico antico, essi furono i primi a concepire la Terra come una sfera rotante con gli altri pianeti attorno ad un fuoco centrale, detto "HESTIA" (= focolare o altare dell'universo ) che ordina e plasma la materia dando origine al mondo. Egli dispose che, intorno ad esso, si muovessero, da occidente ad oriente, dieci corpi celesti: il cielo delle stelle fisse, Saturno, Giove, Mercurio, Venere, Marte, la Luna, il Sole, la Terra e l'Antiterra, pianeta ipotetico che completava il sacro numero del dieci e che, secondo Filolao, si trovava in opposizione alla Terra e che l'Hestia ne impediva la vista. Il tempo impiegato dal cosmo per nascere e ritornare nel fuoco è chiamato "anno cosmico".
Egli fu, inoltre, il primo a riconoscere la rotazione della Terra intorno al proprio asse.
Essi spiegarono l'ordine dell'universo come un'armonia di corpi contenuti da un'unica sfera che si muovono secondo uno schema numerico: essi pertanto descrivevano l’universo in termini di relazioni matematiche e proprietà geometriche.
Inoltre, visto che, i pitagorici rappresentavano i corpi celesti reciprocamente separati da intervalli corrispondenti alle lunghezze armoniche delle corde, essi ritenevano che il movimento delle sfere producesse un suono, chiamato "l'armonia delle sfere", una celeste musica, bellissimi concerti, che le nostre orecchie non percepiscono, o non sanno più distinguere, perché da sempre sono abituate a sentirla.

Pitagora, quindi, si propose di risolvere, mediante un principio unico e primordiale, il mistero dell'origine e della costituzione dell'universo nel suo insieme; questo e' il punto di partenza di tutta la sua dottrina. Al pari di Anassimandro, egli abbandonò le ipotesi puramente fisiche di Talete e di Anassimene. I numeri erano il principio originario delle cose ed il modello sul quale esse erano formate; solo questi potevano fornire degli elementi certi di conoscenza, e l'analogia era il vero metodo per pervenirvi; Pitagora, infatti, diceva che: "i numeri sono la sola cosa che non inganna, ed in cui risiede la verità"; essi sono il principio e l'essenza di tutte le cose, e la ragion prima della loro esistenza".
La ricerca di una causa prima che potesse spiegare in maniera unitaria la complessità del reale derivò dall'osservazione di alcune irregolarità tra l'accadere e il ripetersi dei fenomeni.
Il ripetersi delle stagioni, delle maree, della notte e del giorno fecero giungere i Pitagorici ad affermare che l'Universo fosse un tutto "ordinato" scritto in caratteri matematici, decifrabili solo dagli iniziati alla scuola.
Pertanto i Pitagorici costruiscono delle corrispondenze tra gli elementi costruiti dalla matematica e dalla geometria.
Divisero i numeri in pari e dispari a cui corrispondevano l'illimitato e il limite.
Considerarono il numero uno un "parimpari", in quanto aggiungendosi ad esso, fa diventare pari qualsiasi numero dispari e viceversa.
I Pitagorici formularono il sistema decimale e considerarono il numero la sostanza delle cose.
Rappresentarono Il numero 10 considerato come numero perfetto come un triangolo che ha il 4 per lato:

 

Aritmetica e geometria vengono così fuse; un numero era nello stesso tempo una figura geometrica, e viceversa.
I Pitagorici affermano quindi che ogni cosa è costituita da numeri e tutto il mondo è fatto di numeri. La vera natura del mondo consiste in un ordinamento geometrico esprimibile in numeri.

BIBLIOGRAFIA:


di Serena Zaffaroni


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