Si tratta dell'acceleratore LHC (Large Hadron Collider), uno strumento versatile, che può far collidere al suo interno sia fasci di protoni, sia fasci di ioni pesanti, come il piombo.

In funzionamento congiunto con LEP, già esistente, la futura macchina LHC potrà produrre anche collisioni fra fasci di protoni ed elettroni a energie superiori a quelle raggiunte dalle macchine ora in funzione.

Le altissime energie raggiunte negli urti fra particelle in un certo senso mirano a ricreare quello che fu pochi istanti dopo il misterioso big-bang, che gli diede origine.

Di qui il convergere attuale fra gli studi di fisica delle particelle e quelli di astrofisica.

Una particolare congiunzione fra fisica solare, fisica dei neutrini e sofisticata tecnologia dei rivelatorisi è realizzata in Italia, presso i Laboratori nazionali del Gran Sasso dell'istituto nazionale di fisica nucleare (IFN).

Nel gigantesco laboratorio sotterraneo, ricavato ai lati di un tunnel dell'autostrada Roma-L 'Aquila, sono in corso ambiziosi esperimenti di fisica delle particelle, che sfruttano lo schermaggio dei raggi cosmici assicurato dalla montagna soprastante, nonché la bassa radioattività naturale della roccia appenninica.