I prototipi virtuali dell'LHC sono disegnati usando tradizionali sistemi di CAD/CAM, come Euclid e Autocad.

I modelli sono quindi estratti, ottimizzati e iniettati in un programma di navigazione in realtà virtuale. All'interno di questo programma è possibile spostare oggetti, attribuire o cambiare colori, materiali, dimensioni, e in un futuro prossimo si potrà persino dotarli di proprietà fisiche come peso, elasticità, resistenza allo sforzo, rumore, temperatura e così via.

Ciò permetterà di interagire con l'ambiente virtuale in maniera ancora più realistica. Per esempio, se si lascia un oggetto a mezz' aria esso cade secondo la legge di Newton, se l'oggetto è di gomma rimbalza secondo il coefficiente di elasticità del materiale, se è di vetro si rompe, se è concavo e metallico fa "dleng", se è pieno e di legno fa probabilmente "tumpf", eccetera. Tutte queste proprietà sono formulabili tramite equazioni e parametri della dinamica, dell'acustica e dell'ottica, che il computer dovrà calcolare venti o più volte al secondo per ognuno degli oggetti visibili.

I suoni sono riproducibili attraverso sintetizzatori comandati dal computer stesso, e - per mezzo di uno "spazializzatore" - è possibile collocarli nello spazio uditivo dello spettatore. Tutto ciò al fine di aumentare la sensazione di immersione nell'ambiente virtuale.

Inoltre, con l'aiuto della cinematica inversa, ben presto si potrà simulare accuratamente i movimenti dei ponti gru, dei carrelli elevatori e di altri mezzi di trasporto, sicché gli ingegneri del CERN possano visualizzare tutte le fasi di montaggio dell'LHC e delle sue aree sperimentali e provare sul prototipo virtuale diverse strategie di assemblaggio.

Per ciascun componente dei futuri rivelatori, il computer calcolerà una traiettoria di discesa nel pozzo e una sequenza di assemblaggio.

Tutte queste traiettorie, calcolate sul modello virtuale, saranno memorizzate e utilizzate per guidare il robot che controllerà i ponti gru al momento dell 'assemblaggio reale.

Questa tecnica permetterà di costruire l'LHC quasi senza ricorrere all'intervento umano, minimizzando la possibilità di errore e di conseguenza i costi.