Questa idea a prima vista attraente si rivela in realtà in conflitto con previsioni della meccanica quantistica confermate sperimentalmente.

Sono stati fatti tentativi per salvare le nostre intuizioni classiche modificando la meccanica quantistica, ma si ritiene generalmente che nessuno abbia avuto successo.

Così preferiamo prendere alla lettera la meccanica quantistica e adottare una concezione della realtà che rifletta direttamente la struttura della teoria stessa.

Nel parlare di meccanica quantistica ci riferiamo a quell'interpretazione che viene definita "a molti universi", proposta nel 1957 da Hugh Everett III.

Secondo Everett, se qualcosa può fisicamente accadere, allora accade (in qualche universo).

La realtà fisica consiste in una collezione di universi, alla quale talvolta si dà il nome di "multiverso".

Ciascun universo del multiverso contiene una propria copia del neutrone di cui vorremmo osservare il decadimento.

Per ciascun istante in cui il neutrone potrebbe decadere, esiste un universo nel quale decade in quell'istante; e dato che lo osserviamo decadere in uno specifico istante, anche noi esistiamo in molteplici copie, una per ciascun universo.

Se qui osserviamo il neutrone decadere alle 1O e 30, in un altro universo lo vedremo alle 10 e 31 e così via.

Applicata al multiverso, la teoria quantistica è deterministica:

prevede la probabilità propria di ciascun risultato imponendo in quale frazione di universi si abbia quel risultato.