Un critico d'arte del futuro fa visita a un pittore del XX secolo che all'epoca del critico è considerato un grande artista.
Osservando le opere che il pittore produce in quel momento, il critico le trova mediocri e conclude che l'artista deve ancora realizzare gli ispirati dipinti che tanto hanno impressionato le future generazioni.
Il critico mostra quindi al pittore un volume in cui sono riprodotte queste opere più tarde; questi riesce a impossessarsene di nascosto, costringendo il critico a ritornarsene a mani vuote, e poi comincia a copiare meticolosamente su tela le illustrazioni.
Così le riproduzioni esistono perché sono copie dei dipinti e i dipinti esistono perché sono copie delle riproduzioni.
Sebbene questa situazione non minacci di introdurre contraddizioni, c'è in essa qualcosa di decisamente sbagliato: i dipinti vengono all'esistenza senza che nessuno debba dedicare uno sforzo creativo alla loro realizzazione.