DIMOSTRAZIONE MATEMATICA DELLA LEGGE DI
GRAVITAZIONE UNIVERSALE
Newton riusci' a determinare la legge di gravitazione universale
grazie alle leggi di Keplero e ai lavori di Galileo, che dicevano che i fenomeni naturali
erano regolati da leggi universali.
Prima di tutto bisogna riscrivere le leggi di Keplero immaginando che le orbite dei
pianeti siano circolari invece che ellittiche. Le tre leggi diventano cosi':
1°) I pianeti descrivono intorno al Sole orbite circolari aventi tutte al centro il Sole;
2°) Il moto dei pianeti e' uniforme;
3°) I quadrati dei tempi impiegati dai pianeti a descrivere le orbite sono proporzionali ai cubi dei raggi delle orbite.
I pianeti esercitano una forza sul Sole di pari modello e di verso opposto di quella che il Sole esercita su di loro. Chiamando F ed F' le forze rispettivamente del pianeta sul Sole e del Sole sul pianeta risulta:
In base alla terza legge di Keplero che dice che T2 = Kr3, con K costante per tutti i pianeti, la formula diventa:
Ponendo uguale a Cs
diventa:
Per lo stesso procedimento risulta:
Siccome le due forze sono uguali, allora
Quindi risulta che:
Ultimamente pero', grazie ai dati di un esperimento svoltosi in
Antartide e all'osservazione del movimento di alcune sonde lanciate nello spazio, si e'
scoperto che probabilmente la teoria della gravita' e' sbagliata. Per spiegare i fenomeni
osservati sono state avanzate due ipotesi: la prima sostiene che le galassie sono formate
da materia oscura, ma attualmente non si e' ancora riusciti a stabilire che cosa sia in
realta' questa materia. La seconda ipotesi sostiene invece che, se la forza che agisce su
di un corpo decresce fin quasi ad arrivare fino a zero, l'accelerazione ad un certo punto
smette di diminuire fermandosi al valore di un decimo di miliardesimo dell'accelerazione
di gravita' terrestre.
Nonostante i successi della seconda ipotesi, la comunita' scientifica non l'ha ancora
accettata come valida, in quanto questo significherebbe cambiare le regole della
relativita' finora esistite, ma il creatore della tesi sostiene che essa non esclude la
teoria della relativita' ma anzi la completerebbe in quanto la relativita' vale per
accelerazioni molto forti mentre l'altra per accelerazioni debolissime.
BIBLIOGRAFIA
Fisica 1, Bergamaschini, Marazzini, Mazzoni, Carlo Signorelli Editore;
Focus numero 99 Dicembre 2000;
Physica 1, Caforio, Ferilli, Le Monnier editore.
di Tommaso Zanzottera
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