La teoria dell'universo inflazionario risolse problemi ancora insoluti all'interno della teoria del Big Bang.
Per esempio, il fatto che l'universo presenti delle disomogeneità nella distribuzione della materia, grandi spazi vuoti e addensamenti come le galassie (la densità della via lattea è circa un milione
di volte maggiore di quella media di tutto l'universo).
Le fluttuazioni casuali che potevano essere intervenute alla nascita dell'universo non erano tali, però, da giustificare questa forte disomogeneità.
Con la teoria inflazionaria invece è stato possibile ipotizzare che nella fase di fortissima espansione le piccole fluttuazioni casuali, gonfiandosi, avrebbero potuto effettivamente dare origine all'attuale distribuzione di materia,di pieni e di vuoti.
Quella ipotesi ha coinciso perfettamente con quanto hà scoperto,nel 1992, il satellite americano
Cobe (Cosmic Background Explorer), che ha registrato piccole fluttuazioni nella radiazione cosmica di fondo (quella che abbiamo visto,costituisce la "traccia"del Big Bang) risalenti ad un'epoca in cui l'universoaveva soltanto dieci milioni dianni.
Tali fluttuazioni erano soltanto di un centomillesimo, ma secondo i cosmologi possono spiegare bene il processo che ha poi portato alla formazione delle galassie.
Restano comunque aperte ancora parecchie questioni.
Quella più importante è l'età da assegnare all'universo, oggi calcolata in base alla presunta velocità di espansione risalendo al momento in cui l'universo avrebbe dovuto avere dimensione zero.
Ma i calcoli portati a termine in proposito hanno dato un'età (13-15 miliardi di anni) inferiore all'età di alcuni ammassi stellari (cioè alla loro distanza da noi) il che comporta un'evidente contraddizione in quanto quelle stelle dovrebbero aver fatto parte da sempre della materia dell'universo.
Così di recente sono apparsi articoli e libri che annunciavano una crisi della teoria del b.b.