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Data la funzione: \[ f(x) = \begin{cases} x^3 & \text{se } 0 \le x \le 1 \\ x^2 - kx + k & \text{se } 1 < x \le 2 \end{cases} \] determinare il parametro \(k\) in modo che nell'intervallo \([0, 2]\) sia applicabile il teorema di Lagrange e trovare il punto di cui la tesi del teorema assicura l'esistenza.
Soluzione quesito 1:
Per applicare il Teorema di Lagrange alla funzione \(f(x)\) nell'intervallo \([0, 2]\), devono essere soddisfatte due condizioni:
La funzione è definita a tratti, quindi dobbiamo assicurarci la continuità nel punto di raccordo \(x=1\). Dobbiamo avere:
\[ \lim_{x \to 1^-} f(x) = \lim_{x \to 1^+} f(x) = f(1) \]Calcoliamo i limiti:
Poiché i limiti e il valore della funzione in \(x=1\) sono tutti uguali a 1, la funzione è continua in \(x=1\) **per qualsiasi valore di \(k\)**. Quindi, la condizione di continuità è sempre soddisfatta.
Dobbiamo calcolare le derivate dei singoli rami:
Per la derivabilità in \(x=1\), le derivate sinistra e destra devono essere uguali:
\[ \lim_{x \to 1^-} f'(x) = \lim_{x \to 1^+} f'(x) \] \[ \lim_{x \to 1^-} (3x^2) = \lim_{x \to 1^+} (2x - k) \] \[ 3(1)^2 = 2(1) - k \] \[ 3 = 2 - k \] \[ k = 2 - 3 \] \[ k = -1 \]Quindi, la funzione è derivabile in \(x=1\) solo se \(k = -1\).
Per \(k = -1\), la funzione diventa:
\[ f(x) = \begin{cases} x^3 & \text{se } 0 \le x \le 1 \\ x^2 + x - 1 & \text{se } 1 < x \le 2 \end{cases} \]Con \(k = -1\), le condizioni del Teorema di Lagrange sono soddisfatte.
Il Teorema di Lagrange afferma che esiste almeno un punto \(c \in (0, 2)\) tale che:
\[ f'(c) = \frac{f(2) - f(0)}{2 - 0} \]Calcoliamo \(f(0)\) e \(f(2)\):
Quindi:
\[ \frac{f(2) - f(0)}{2 - 0} = \frac{5 - 0}{2} = \frac{5}{2} \]Ora dobbiamo trovare \(c\) tale che \(f'(c) = \frac{5}{2}\). Abbiamo due casi per \(f'(x)\):
Caso 1: \(0 < c \le 1\) (usando \(f'(x) = 3x^2\))
\[ 3c^2 = \frac{5}{2} \] \[ c^2 = \frac{5}{6} \] \[ c = \sqrt{\frac{5}{6}} \quad (\text{scartiamo la soluzione negativa poiché } c \in (0, 2)) \]Verifichiamo se \(c = \sqrt{\frac{5}{6}}\) è nell'intervallo \((0, 1]\):
\(\sqrt{\frac{5}{6}} \approx \sqrt{0.833} \approx 0.913\). Questo valore è compreso tra 0 e 1, quindi è una soluzione valida.
Caso 2: \(1 < c < 2\) (usando \(f'(x) = 2x - k = 2x + 1\), dato che \(k=-1\))
\[ 2c + 1 = \frac{5}{2} \] \[ 2c = \frac{5}{2} - 1 \] \[ 2c = \frac{3}{2} \] \[ c = \frac{3}{4} \]Verifichiamo se \(c = \frac{3}{4}\) è nell'intervallo \((1, 2)\):
\(\frac{3}{4} = 0.75\). Questo valore non è maggiore di 1, quindi **non** è una soluzione valida per questo caso.
Conclusione:
Calcolare il valore medio della funzione reale \( f(x) = \ln(x) \) nell'intervallo \( [1, e^2] \); trovare il punto che soddisfa la tesi del teorema della media.
Soluzione quesito 2:
Il Teorema della media integrale afferma che, se una funzione \( f(x) \) è continua su un intervallo \( [a, b] \), allora esiste un punto \( c \in [a, b] \) tale che:
\[ f(c) = \frac{1}{b-a} \int_a^b f(x) \, dx \]Il valore \(\frac{1}{b-a} \int_a^b f(x) \, dx\) è il valore medio della funzione nell'intervallo.
Nel nostro caso, \( f(x) = \ln(x) \), l'intervallo è \( [1, e^2] \), quindi \( a=1 \) e \( b=e^2 \).
Dobbiamo calcolare l'integrale definito \( \int_1^{e^2} \ln(x) \, dx \). Usiamo l'integrazione per parti, ricordando che \( \int \ln(x) \, dx = x \ln(x) - x + C \).
\[ \int_1^{e^2} \ln(x) \, dx = [x \ln(x) - x]_1^{e^2} \]Applichiamo il Teorema Fondamentale del Calcolo Integrale:
\[ = (e^2 \ln(e^2) - e^2) - (1 \ln(1) - 1) \]Sappiamo che \( \ln(e^2) = 2 \) e \( \ln(1) = 0 \):
\[ = (2e^2 - e^2) - (-1) \] \[ = e^2 + 1 \]Ora calcoliamo il valore medio \( \bar{f} \):
\[ \bar{f} = \frac{1}{b-a} \int_a^b f(x) \, dx = \frac{1}{e^2 - 1} (e^2 + 1) = \frac{e^2 + 1}{e^2 - 1} \]Il valore medio della funzione è \( \frac{e^2 + 1}{e^2 - 1} \).
Dobbiamo trovare un punto \( c \in [1, e^2] \) tale che \( f(c) = \bar{f} \), ovvero:
\[ \ln(c) = \frac{e^2 + 1}{e^2 - 1} \]Per trovare \( c \), esponenziamo entrambi i lati:
\[ c = e^{\frac{e^2 + 1}{e^2 - 1}} \]Verifichiamo che questo valore di \( c \) sia nell'intervallo \( [1, e^2] \).
Consideriamo l'esponente: \( \frac{e^2 + 1}{e^2 - 1} \).
Sappiamo che \( e \approx 2.718 \), quindi \( e^2 \approx 7.389 \).
\[ \frac{e^2 + 1}{e^2 - 1} \approx \frac{7.389 + 1}{7.389 - 1} = \frac{8.389}{6.389} \approx 1.313 \]Quindi, \( c \approx e^{1.313} \).
Dato che \( e^1 = e \approx 2.718 \) ed \( e^2 \approx 7.389 \), e \( 1 < 1.313 < 2 \), allora \( e^1 < e^{1.313} < e^2 \).
Quindi \( c = e^{\frac{e^2 + 1}{e^2 - 1}} \) è effettivamente compreso nell'intervallo \( [1, e^2] \).
Conclusione:
Si dimostri mediante il Teorema degli zeri che la seguente equazione: \( \ln(x-5) + x - 7 = 0 \) ammette almeno una soluzione nell'intervallo \([6; 7]\).
Dimostrare che la soluzione è unica e trovare un valore approssimato a meno di un decimo.
Soluzione quesito 6:
Consideriamo la funzione \( f(x) = \ln(x-5) + x - 7 \).
Il Teorema degli Zeri (o Teorema di Bolzano) afferma che se una funzione \(f(x)\) è continua in un intervallo chiuso \([a, b]\) e \(f(a)\) e \(f(b)\) hanno segni opposti (cioè \(f(a) \cdot f(b) < 0\)), allora esiste almeno un punto \(c \in (a, b)\) tale che \(f(c) = 0\).
Nel nostro caso, l'intervallo è \([6, 7]\).
Condizione di Continuità:
La funzione \(f(x) = \ln(x-5) + x - 7\) è continua per \(x-5 > 0\), ovvero per \(x > 5\). Poiché l'intervallo \([6, 7]\) è contenuto nel dominio \( (5, +\infty) \), la funzione è continua in \([6, 7]\).
Valutazione agli estremi dell'intervallo:
Calcoliamo il valore della funzione agli estremi dell'intervallo:
\[ f(6) = \ln(6-5) + 6 - 7 = \ln(1) - 1 = 0 - 1 = -1 \] \[ f(7) = \ln(7-5) + 7 - 7 = \ln(2) + 0 = \ln(2) \approx 0.693 \]Poiché \(f(6) = -1 < 0\) e \(f(7) = \ln(2) > 0\), i valori di \(f(x)\) agli estremi dell'intervallo hanno segni opposti. Pertanto, per il Teorema degli Zeri, esiste almeno una soluzione dell'equazione \(f(x) = 0\) nell'intervallo \((6, 7)\).
Per dimostrare l'unicità della soluzione, possiamo studiare la monotonia della funzione, calcolando la sua derivata prima.
\[ f'(x) = \frac{d}{dx}(\ln(x-5) + x - 7) \] \[ f'(x) = \frac{1}{x-5} + 1 \]Nel dominio della funzione (\(x > 5\)), abbiamo \(x-5 > 0\), quindi \(\frac{1}{x-5} > 0\). Di conseguenza, \(f'(x) = \frac{1}{x-5} + 1 > 0\) per ogni \(x > 5\).
Dato che \(f'(x) > 0\) nell'intervallo \((6, 7)\), la funzione \(f(x)\) è strettamente crescente in tale intervallo. Una funzione strettamente monotona (crescente o decrescente) può attraversare l'asse delle ascisse al massimo una volta. Poiché abbiamo già dimostrato l'esistenza di uno zero, questo zero deve essere unico.
Per stabilire l'unicità della soluzione, possiamo riscrivere l'equazione \( \ln(x-5) + x - 7 = 0 \) come \( \ln(x-5) = -x + 7 \). Rappresentiamo nello stesso piano cartesiano le due funzioni:
Il punto di intersezione tra queste due curve corrisponde alla soluzione dell'equazione originale.
Come si vede dal grafico le due curve si intersecano una sola volta, in un punto con ascissa fra 6 e 7. Quindi in \((6, 7)\) l'equazione ha una sola soluzione.
Vogliamo trovare una soluzione approssimata a meno di un decimo. Partiamo dall'intervallo \([a_0, b_0] = [6, 7]\).
Iterazione 1:
Punto medio \(m_1 = \frac{6+7}{2} = 6.5\)
\[ f(6.5) = \ln(6.5-5) + 6.5 - 7 = \ln(1.5) - 0.5 \approx 0.405 - 0.5 = -0.095 \]Poiché \(f(6.5) < 0\) e \(f(7) > 0\), la radice si trova nell'intervallo \([6.5, 7]\).
Ampiezza dell'intervallo: \(7 - 6.5 = 0.5\).
Iterazione 2:
Punto medio \(m_2 = \frac{6.5+7}{2} = 6.75\)
\[ f(6.75) = \ln(6.75-5) + 6.75 - 7 = \ln(1.75) - 0.25 \approx 0.560 - 0.25 = 0.310 \]Poiché \(f(6.5) < 0\) e \(f(6.75) > 0\), la radice si trova nell'intervallo \([6.5, 6.75]\).
Ampiezza dell'intervallo: \(6.75 - 6.5 = 0.25\).
Iterazione 3:
Punto medio \(m_3 = \frac{6.5+6.75}{2} = 6.625\)
\[ f(6.625) = \ln(6.625-5) + 6.625 - 7 = \ln(1.625) - 0.375 \approx 0.485 - 0.375 = 0.110 \]Poiché \(f(6.5) < 0\) e \(f(6.625) > 0\), la radice si trova nell'intervallo \([6.5, 6.625]\).
Ampiezza dell'intervallo: \(6.625 - 6.5 = 0.125\).
Iterazione 4:
Punto medio \(m_4 = \frac{6.5+6.625}{2} = 6.5625\)
\[ f(6.5625) = \ln(6.5625-5) + 6.5625 - 7 = \ln(1.5625) - 0.4375 \approx 0.446 - 0.4375 = 0.0085 \]Poiché \(f(6.5) < 0\) e \(f(6.5625) > 0\), la radice si trova nell'intervallo \([6.5, 6.5625]\).
Ampiezza dell'intervallo: \(6.5625 - 6.5 = 0.0625\).
L'ampiezza dell'intervallo (\(0.0625\)) è minore di un decimo (\(0.1\)). Possiamo prendere come valore approssimato uno degli estremi o il punto medio dell'ultimo intervallo.
Un valore approssimato a meno di un decimo può essere \(x \approx 6.5\).
Il metodo di Newton-Raphson (o delle tangenti) si basa sulla formula iterativa:
\[ x_{n+1} = x_n - \frac{f(x_n)}{f'(x_n)} \]Abbiamo \(f(x) = \ln(x-5) + x - 7\) e \(f'(x) = \frac{1}{x-5} + 1\).
Scegliamo un punto iniziale \(x_0\) nell'intervallo \([6, 7]\). Un buon punto di partenza è quello dove la funzione cambia segno, ad esempio \(x_0 = 6.5\).
Iterazione 1:
\(x_0 = 6.5\)
\[ f(6.5) = \ln(1.5) - 0.5 \approx -0.095 \] \[ f'(6.5) = \frac{1}{6.5-5} + 1 = \frac{1}{1.5} + 1 = \frac{2}{3} + 1 = \frac{5}{3} \approx 1.667 \] \[ x_1 = x_0 - \frac{f(x_0)}{f'(x_0)} = 6.5 - \frac{-0.095}{1.667} = 6.5 + 0.057 = 6.557 \]Iterazione 2:
\(x_1 = 6.557\)
\[ f(6.557) = \ln(6.557-5) + 6.557 - 7 = \ln(1.557) - 0.443 \approx 0.4427 - 0.443 = -0.0003 \] \[ f'(6.557) = \frac{1}{6.557-5} + 1 = \frac{1}{1.557} + 1 \approx 0.642 + 1 = 1.642 \] \[ x_2 = x_1 - \frac{f(x_1)}{f'(x_1)} = 6.557 - \frac{-0.0003}{1.642} = 6.557 + 0.00018 = 6.55718 \]Il valore approssimato è \(x \approx 6.56\). Questo è già molto vicino e soddisfa ampiamente la richiesta di approssimazione a meno di un decimo.
Entrambi i metodi indicano che la soluzione è approssimativamente \(6.6\) (arrotondando \(6.56\) a un decimo).
Conclusione:
Date le rette \(r\) ed \(s\) nello spazio:
Retta \(r\):
\[ \begin{cases} x = 1 + t \\ y = 2 - t \\ z = 3 + 2t \end{cases} \]Retta \(s\):
\[ \begin{cases} x - y + z = 0 \\ 2x + y - z = 1 \end{cases} \]Dimostrare che le rette \(r\) ed \(s\) sono sghembe.
Soluzione quesito 7:
Due rette nello spazio si dicono sghembe se non sono parallele e non si intersecano.
Per la retta \(r\):
Il vettore direttore \(\vec{v}_r\) si ricava direttamente dai coefficienti di \(t\) nelle equazioni parametriche:
\[ \vec{v}_r = (1, -1, 2) \]Un punto sulla retta \(r\) è \(P_r = (1, 2, 3)\) (ponendo \(t=0\)).
Per la retta \(s\):
Possiamo trovare il vettore direttore della retta \(s\) trovando prima la sua forma parametrica dal sistema di equazioni:
\[ \begin{cases} x - y + z = 0 \\ 2x + y - z = 1 \end{cases} \]Sommando le due equazioni per eliminare \(y\) e \(z\):
\[ (x - y + z) + (2x + y - z) = 0 + 1 \Rightarrow 3x = 1 \Rightarrow x = \frac{1}{3} \]Ora, poniamo \(z=k\). Sostituendo \(x = \frac{1}{3}\) e \(z=k\) nella prima equazione:
\[ \frac{1}{3} - y + k = 0 \Rightarrow y = \frac{1}{3} + k \]Quindi la forma parametrica della retta \(s\) è:
\[ \begin{cases} x = \frac{1}{3} \\ y = \frac{1}{3} + k \\ z = k \end{cases} \]Da questa forma parametrica, un punto sulla retta \(s\) è \(P_s = \left(\frac{1}{3}, \frac{1}{3}, 0\right)\) (ponendo \(k=0\)), e il suo vettore direttore \(\vec{v}_s\) è \((0, 1, 1)\).
Le rette sono parallele se i loro vettori direttori sono proporzionali.
\(\vec{v}_r = (1, -1, 2)\) e \(\vec{v}_s = (0, 1, 1)\).
Non esiste una costante \(k\) tale che \(\vec{v}_r = k \vec{v}_s\), poiché il primo componente di \(\vec{v}_s\) è 0 mentre quello di \(\vec{v}_r\) è 1. Questo dimostra che le rette NON sono parallele.
Per verificare se le rette si intersecano, sostituiamo le equazioni parametriche della retta \(r\) nelle equazioni cartesiane della retta \(s\).
Equazioni parametriche di \(r\): \(x = 1 + t, y = 2 - t, z = 3 + 2t\)
Equazioni di \(s\):
\[ \begin{cases} x - y + z = 0 \\ 2x + y - z = 1 \end{cases} \]Sostituendo le espressioni di \(x, y, z\) in funzione di \(t\):
\[ \begin{cases} (1 + t) - (2 - t) + (3 + 2t) = 0 \\ 2(1 + t) + (2 - t) - (3 + 2t) = 1 \end{cases} \]Semplifichiamo le equazioni:
Prima equazione:
\[ 1 + t - 2 + t + 3 + 2t = 0 \Rightarrow 4t + 2 = 0 \Rightarrow 4t = -2 \Rightarrow t = -\frac{1}{2} \]Seconda equazione:
\[ 2 + 2t + 2 - t - 3 - 2t = 1 \Rightarrow -t + 1 = 1 \Rightarrow -t = 0 \Rightarrow t = 0 \]Abbiamo ottenuto due valori diversi per \(t\) (cioè \(t = -\frac{1}{2}\) dalla prima equazione e \(t = 0\) dalla seconda). Questo significa che non esiste un valore di \(t\) che soddisfi contemporaneamente entrambe le equazioni, e quindi le rette NON si intersecano.
Poiché le rette \(r\) ed \(s\) non sono parallele e non si intersecano, esse sono sghembe.
Un foglio rettangolare, di dimensioni \(a\) e \(b\), ha area 1 m², tagliandolo a metà (parallelamente al lato minore) si ottengono due rettangoli simili a quello di partenza. Quali sono le misure di \(a\) e \(b\)?
Soluzione quesito 8:
Siano \(a\) e \(b\) le dimensioni del foglio rettangolare originale.
Assumiamo, senza perdita di generalità, che \(a\) sia il lato più lungo e \(b\) il lato più corto, quindi \(a \ge b\).
L'area del foglio è 1 m². Quindi:
\[ a \cdot b = 1 \quad (*) \]Il foglio viene tagliato a metà parallelamente al lato minore (\(b\)). Questo significa che il lato \(a\) viene diviso in due, ottenendo due rettangoli più piccoli.
Detto ABCD il rettangolo, tracciamo la retta per il punto medio E di AB (lato di lunghezza \(a\)) parallela al lato minore BC (lato di lunghezza \(b\)).
Le dimensioni di ciascuno dei due nuovi rettangoli saranno \(a/2\) e \(b\).
I due nuovi rettangoli devono essere simili al rettangolo di partenza. Affinché due rettangoli siano simili, il rapporto tra il lato più lungo e il lato più corto deve essere lo stesso.
I lati del nuovo rettangolo sono \(a/2\) e \(b\). Dobbiamo confrontare queste due lunghezze per stabilire quale sia il lato più lungo e quale il più corto nel nuovo rettangolo.
Sia \(k = \frac{a}{b}\) il rapporto tra i lati del rettangolo originale. Dalla condizione \(a \ge b\), segue \(k \ge 1\).
Le dimensioni del nuovo rettangolo sono \( \frac{a}{2} = \frac{kb}{2} \) e \( b \).
Consideriamo i possibili casi per la relazione tra \( \frac{a}{2} \) e \( b \):
Caso 1: \( b \ge \frac{a}{2} \) (ovvero \( b \) è il lato più lungo del nuovo rettangolo)
Questa condizione implica \( b \ge \frac{kb}{2} \), che semplifica a \( 1 \ge \frac{k}{2} \), ovvero \( k \le 2 \).
Il rapporto tra il lato più lungo e il lato più corto del nuovo rettangolo è \( \frac{b}{a/2} = \frac{b}{kb/2} = \frac{2}{k} \).
Per la similitudine, questo rapporto deve essere uguale al rapporto del rettangolo originale:
\[ k = \frac{2}{k} \Rightarrow k^2 = 2 \Rightarrow k = \sqrt{2} \]Verifichiamo la consistenza: \( k = \sqrt{2} \approx 1.414 \). Poiché \( \sqrt{2} \le 2 \), questo caso è consistente.
Caso 2: \( \frac{a}{2} > b \) (ovvero \( \frac{a}{2} \) è il lato più lungo del nuovo rettangolo)
Questa condizione implica \( \frac{a}{2} > b \), ovvero \( \frac{kb}{2} > b \), che semplifica a \( \frac{k}{2} > 1 \), ovvero \( k > 2 \).
Il rapporto tra il lato più lungo e il lato più corto del nuovo rettangolo è \( \frac{a/2}{b} = \frac{kb/2}{b} = \frac{k}{2} \).
Per la similitudine, questo rapporto deve essere uguale al rapporto del rettangolo originale:
\[ k = \frac{k}{2} \]Questa equazione implica \( 1 = \frac{1}{2} \), che è un'affermazione falsa. Pertanto, questo caso non è possibile.
Caso 3: \( \frac{a}{2} = b \) (ovvero i lati del nuovo rettangolo sono uguali, è un quadrato)
Se \( a/2 = b \), i due rettangoli ottenuti sono quadrati. Un quadrato ha un rapporto tra i lati di 1. Il rettangolo originale ABCD, invece, non è un quadrato (poiché \(a > b\), ovvero \(a \ne b\)). Pertanto, i due nuovi rettangoli non possono essere simili al rettangolo ABCD.
L'unico caso consistente è \( k = \sqrt{2} \).
Quindi, il rapporto tra i lati del rettangolo è \( \frac{a}{b} = \sqrt{2} \). Questo significa che \( a = \sqrt{2}b \quad (**) \).
Questo rapporto, circa 1.414, è la caratteristica fondamentale dei formati carta della serie ISO 216 (come l'A4), che permette di mantenere la proporzione tagliando o raddoppiando il foglio.
Le dimensioni del formato A4 in cm sono di 21,0 cm x 29,7 cm e difatti: \( 21.0 \cdot \sqrt{2} \approx 29.7 \)
Ora abbiamo un sistema di due equazioni con due incognite:
\[ \begin{cases} a \cdot b = 1 \\ a = \sqrt{2}b \end{cases} \]Sostituiamo la seconda equazione nella prima:
\[ (\sqrt{2}b) \cdot b = 1 \] \[ \sqrt{2}b^2 = 1 \] \[ b^2 = \frac{1}{\sqrt{2}} \]Prendendo la radice quadrata (solo il valore positivo, essendo una lunghezza):
\[ b = \sqrt{\frac{1}{\sqrt{2}}} = \frac{1}{\sqrt[4]{2}} = 2^{-1/4} \text{ m} \]Ora troviamo \(a\) usando la relazione \(a = \sqrt{2}b\):
\[ a = \sqrt{2} \cdot \frac{1}{\sqrt[4]{2}} = 2^{1/2} \cdot 2^{-1/4} = 2^{1/2 - 1/4} = 2^{1/4} \text{ m} \]Valori approssimati:
\[ a = 2^{1/4} \approx 1.189 \text{ m} \] \[ b = 2^{-1/4} \approx 0.841 \text{ m} \]Conclusione:
Le misure del foglio rettangolare sono \(a = 2^{1/4}\) metri (il lato più lungo) e \(b = 2^{-1/4}\) metri (il lato più corto). Il rapporto tra i lati è \( \sqrt{2} \).
Il rettangolo di rapporto \( \frac{b}{a} = \sqrt{2} \) ha una proprietà unica:
Se lo tagli a metà parallelamente al lato corto, ottieni due rettangoli simili all’originale.
Matematicamente:
\( \frac{b}{a} = \frac{a}{b/2} \Rightarrow \left( \frac{b}{a} \right)^2 = 2 \Rightarrow \frac{b}{a} = \sqrt{2} \)
Già nel XVII secolo, lo scienziato **Christoph Clavius** (matematico gesuita) studiava queste proporzioni.
Ma la prima proposta ufficiale e standardizzata risale al 1786 con il matematico tedesco **Georg Christoph Lichtenberg**, che ne riconobbe la comodità.
Nel 1922, l’ingegnere tedesco **Walter Porstmann** propose il formato **DIN 476**, basato su rettangoli con rapporto \( \sqrt{2} \), e con area esattamente 1 m² per il formato A0.
Questo sistema divenne lo standard industriale in Germania, poi fu adottato in gran parte del mondo.