La natura delle radiazioni


Fig.1:
è simbolicamente rappresentato l’effetto prodotto da un intenso campo magnetico agente perpendicolarmente alla direzione di moto di un fascio di radiazioni a , b , g

Venne avviato in molti centri di ricerca lo studio di tali fenomeni radioattivi. Nel 1899 Rutherford riconobbe che un preparato radioattivo può emettere almeno due specie di radiazioni inizialmente differenziate dal loro potere penetrante nella materia: la componente poco penetrante fu chiamata radiazione a , quella più penetrante radiazione b . Qualche tempo dopo il francese Villard evidenziò un terzo tipo di radiazione ancora più penetrante dei raggi b e molto simile ai raggi X che egli chiamò, utilizzando la terza lettera dell’alfabeto greco, raggi g .

Particelle o radiazioni simbolo
Alfa 2He4
beta (elettrone) -1e0
beta (positrone) +1e0
gamma 0g 0
protone 1p1
neutrone 0n1

Particelle o radiazioni che compaiono
nelle equazioni nucleari

La grande novità contenuta nella scoperta della radioattività fu chiarita negli anni successivi attraverso questo studio della natura delle radiazioni; fu dimostrato infatti che le radiazioni sono il risultato di trasformazioni della materia in cui gli atomi non conservano più la loro identità. La presenza di radiazioni è dunque indice di trasformazioni che coinvolgono il nucleo di particolari isotopi di alcuni elementi. Gli isotopi i cui nuclei sono instabili e tendono a trasformarsi in altri più stabili emettendo radiazioni sono denominati radioisotopi.


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